13 aprile 2006

Tracciabilità oggettiva dei mosti per l’Aceto Balsamico di Modena: i risultati sono incoraggianti

I ricercatori coinvolti nel progetto confermano: i mosti per l’Aceto balsamico di Modena sono oggettivamente tracciabili.

Modena, 12 aprile 2006 –Sono stati presentati al Vinitaly i promettenti risultati raggiunti dal progetto di ricerca finalizzato all’elaborazione di un modello oggettivo per la tracciabilità geografica (Regione Emilia Romagna) delle materie prime (mosti concentrati e/o mosti cotti ) impiegate nella produzione di Aceto Balsamico di Modena. Il progetto, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, ha visto coinvolti oltre al Consorzio Aceto Balsamico di Modena e l’AIB (Associazione degli Assaggiatori Italiani Balsamico) anche l’Istituto di San Michele all’Adige, il Dipartimento di Chimica dell’Università di Modena e lo Studio Norscia.

I ricercatori che hanno illustrato i risultati della sperimentazione hanno mostrato come sia possibile distinguere, con tecniche analitiche e con un margine di errore accettabile, i mosti provenienti da uve prodotte in Emilia Romagna da quelli derivanti da uve prodotte in altre regioni d’Italia o all’estero.

Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti” ha affermato Cesare Mazzetti, Segretario Generale dell’AIB e Vice Presidente del Consorzio Aceto Balsamico di Modena “anche se riteniamo che siano necessari ancora alcuni anni di sperimentazione prima di poter considerare i risultati del modello scientificamente corretti, affidabili e ripetibili. Riuscire ad identificare in modo inequivocabile i mosti dell’Emilia Romagna significa non solo avere la certezza che i produttori rispettino il disciplinare presentato per l’ottenimento dell’attesa IGP, ma anche dare valore aggiunto a tutta la filiera vitivinicola emiliano-romagnola

La cartella stampa può essere richiesta a: info@aibonline.it

Per maggiori informazioni
Simonetta Norscia
Resp. Comunicazione e Relazioni Esterne AIB
info@aibonline.it

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